Questo post non è stato scritto oggi, ma sabato 4 febbraio notte, mentre fuori imperversa la bufera (si fa per dire ma rende l'idea). I miei piani di uscita serale sono saltati causa neve e così me ne sto qui a guardarla scendere da sotto le coperte e a scrivere.
Oggi è uscito questo post sul blog, ospitato da style.it, di Laura Manfredi: una donna speciale.
Non mi dilunghero' con ulteriori commenti su di lei e la sua bravura perchè tanto, appena leggerete le sue parole, anche sul suo shoptherapy, capirete subito a cosa mi riferisco. Per altro cio' che fa di lei una persona speciale a livello personale, in quanto personale, resta tale.
Arrivata a fine lettura, davvero felice e pensierosa (...ma me lo merito davvero? Poi non lamentatevi se gongolo...) leggo una cosa. Tra gli abbinamenti perfetti alla mia ultima collezione viene menzionata una canzone: "Creep" dei Radiohead.
E sapete una cosa? Sebbene io non sia mai stata una fan sfegatata di questa grande band, "Creep" per me ha un significato particolare. A queste note sono connessi un ricordo e una persona precisi.
All'improvviso sono tornata indietro di 15 anni, a casa di Benedetta, mia compagna di scuola. I pomeriggi da lei trascorrevano tra una versione di greco e una di latino e mille altre cose. Una su tutte la musica.
Io ero Blur dipendente, tutta brit pop nell'animo. Lei invece pendeva dalle labbra degli Oasis, ma quel giorno, ricordo bene, mi fece ascoltare un cd davvero incredibile. Era Pablo Honey, disco d'esordio dei Radiohead. Era già uscito da un paio d'anni se non erro, ma la diffusione dei brani non era così veloce come adesso...spesso alcune bands per arrivare al successo in Italia impiegavano moltissimo. Io per esempio ricordo bene che scopri' i Blur con un certo anticipo perchè avevo un'amica di penna (quale arcaico termine...) che viveva a Londra e mi feci mandare i loro primi due cd da lei (Leisure e Modern Life is Rubbish) poichè a Bologna erano ancora difficili da reperire.
Da allora tutte le volte che ascolto i Radiohead penso a lei.
E così, ora sono qui a pensare che in effetti la mia vita, tutta quanta, è sempre stata accompagnata da una colonna sonora. Ho canzoni nascoste in ogni angolo di memoria, legate ad ogni ricordo.
Sul mio I Pod c'è una precisa playlist: canzoni importanti.
Ogni singolo brano ha per me un significato particolare, una precisa collocazione nel tempo.
Inizierei da "The Sun Always shine on TV", degli A-ha.
Sono stata molto precoce. Alle elementari i miei genitori mi regalarono il primo cd che era, appunto, degli A-ha. Anna e Silvia, mie compagne di classe, avevano due sorelle maggiori in età preadolescenzale, con i posters di Morten Harket, front man della sopra citata band norvegese, sparsi ovunque sui muri. E così anche io iniziai ad amare il pop, a discapito dei dischi di Cristina D'Avena. Ogni tanto faceva incursione David Bowie, passione contagiosa della mia amichetta del cuore di allora Ljuba.
Una su tutte, la sua "Absolute Begginners"
Dopo una parentesi piuttosto intensa dietro ai Take That (avevo 13 anni quando Relight my Fire iniziava a sentirsi ovunque), e un breve periodo di crisi d'identità cercando di farmi piacere Billy Idol che piaceva tanto al belloccio "pluribocciato" della scuola, le cose iniziarono a cambiare (menzione speciale per "Shock to the system" che mi piace un sacco anche adesso).
Billy Idol |
Gli anni del liceo sono stati gli anni della contestazione. Non sono mai stata una ribelle ma mi è sempre piaciuto affermare la mia indipendenza. La mia era una scuola regolare dove chi stava in mezzo passava abbastanza inosservato. O eri "fighetto" oppure facevi parte degli "alternativi". Io rifiutavo i primi, provavo un' ammirata attrazione per i secondi ma non riuscivo ad essere altro che me stessa, lì, nel mezzo. E ci stavo bene. Da una parte c'era la musica da discoteca del sabato pomeriggio (mai andata in discoteca prima dei 18 anni) e dall'altro i Nirvana (ora li apprezzo...ma allora li ritenevo vagamente soporiferi).
Io avevo "To the end" dei Blur, "Girl from Mars" degli Ash, i Cast, "Beautiful Ones" degli Suede e "Disco 2000" dei Pulp e del mitico Jervis Cocker.
Senza dimenticarsi degli Smashing Pumpkins e di "Zero" che, tra parentesi, sto ascoltando in questo momento.
La mia grande passione: i BLUR! |
Ogni tanto, quando andavo da Elena a studiare, ascoltavo con piacere la corrente neo punk tanto in voga allora, Greenday e Offspring. Da citare assolutamente "When I come around" e "Come out and play".
A 18 anni decisi che volevo fare la cantante rock e così' i miei mi regalarono una chitarra elettrica con annesso amplificatore. La mia Epiphone è proprio qui di fianco a me, dentro alla sua custodia. Lei è arrivata che già strimpellavo la chitarra classica, cantando a squarcia gola con Marta le canzoni delle 4 Non Blondes sul tetto della sua casa al mare. Menzione d'onore per "Space Man" che è da sempre la mia preferita.
Dopo il suo arrivo (della chitarra) i miei miti sono diventati Dolores O'Riordan dei Cranberries e Alanis Morisette. Dei primi ho anche gli spartiti. Ero anche bravina. Qui non posso non citare "Dreams" e "Head over feet".
Lentamente arrivo all'università, lasciandomi dietro centinaia di altre canzoni cruciali che sarebbe assurdo citare, e con l'età piu' adulta si assopiscono anche gli impulsi da musica-dipendente.
Tutto diventa piu' soft. Forse mi intellettualizzo anche un po'.
Mi appassiono ai Dave Mathews Band e cito in particolare un live di "Two Step" con un inizio di chitarra da paura.
Forse me ne appassiono anche perchè noto che la voce di Dave Mathews ha una qualche affinità con quella di un altro mio immenso mito: Michael Stipe.
E qui standing ovation per un' altra mia grande passione di sempre: i R.E.M.
La passione me la trasmette mio papà che si innamora di "Lousing my religion" ma per me la loro canzone del cuore era, sarò stata banale, "Everybody hurts", anche se adesso direi "The One I Love".
i R.E.M. delle origini e, piu' o meno, oggi |
Ecco forse i R.E.M. sono una musica soffusa, piu' meno sparsa lungo tutto il mio tempo fino a qui. Non c'è un momento preciso in cui collocare un loro brano.
A quel periodo collego anche i Dire Straits, che in casa mia si son sempre ascoltati, che pero' io ho iniziato ad apprezzare tardi. Al momento posso affermare con assoluta certezza che "Romeo and Juliet" è in assoluto la mia canzone preferita in assoluto.
Ma.
Avete notato che non ho mai menzionato brani italiani? Durante la II parte qualche nome lo faro' di certo, non temete.
Ora è tempo di chiudere questa prima parte. Altrimenti rischio di farvi addormentare davvero!
Mi farebbe piacere sapere quali sono le vostre canzoni, se vi va.
Alla prossima!
Giulia
4 commenti:
Giulia, quando si parla di musica io sono sempre in mezzo! :PP
Adoro. Non posso stare senza. :)
L'ho scoperta alle elementari ed ho iniziato con gli 883 e Max Pezzali. Erano simpatici, divertenti, mi piacevano! :P
Alle medie ho attraversato un periodo un po' black (non mi piace dire dark... non so, non mi convince!): Korn, System Of a Down, Iron Maiden. Affiancati (fortunatamente, dico oggi) da grandi classici che mi accompagnano ancora oggi: Led Zeppelin e Deep Purple.
Alle superiori sono passata alla modalità figlia dei fiori e mi sono dedicata anima e corpo a Jimi Hendrix, Jefferson Airplane e mille altri gruppi meno conosciuti di cui non ricordo i nomi... ma ricordo con certezza che parlavano di fiori nei capelli, chitarre e San Francisco! :P
Oggi ho trovato un mio equilibrio musicale, almeno credo. Adoro anche io i Cranberries, i REM e i Dire Straits; nella mia personale classifica dei migliori non posso non aggiungere i Pearl Jam. Roba da sbavvvv! ;)))
Ho anche una passione -trasmessa da mio papà- per la musica andina.
Insomma, la musica non deve mancare. E ho capito che non è la musica a fare una persona, ma viceversa: quando ero più piccola non la pensavo proprio così... ;))
Mi piace troppo questo flusso di pensieri musicali..anche perchè fa scattare subito a chiunque un proprio flusso mentale..sono sempre stata abituata alla musica, penso sia nel DNA perchè ho padre, zio e fratello chitarristi sia per hobby sia ogni tanto per lavoro, poi da piccola c'era sempre musica in casa, gli artisti che ricordo di più erano ABBA, Pink Floyd, Mike Oldfield, Micheal Jackson, passando anche ad italiani come Zucchero, De Andrè e anche Mingardi..crescendo poi ho ascoltato veramente qualunque tipo di genere musicale, ho frequentato per anni una scuola di danza facendo prima classico poi moderno, intanto diventavo adolescente e prima andavo in fissa per i Backstreet boys e poi per i Five..crescendo ancora ho passato la fase dance-house, ma recentemente ho preso invece una piega più rock e alternativa, sarà anche per me questione di maturità, non so, ma rimane il fatto che alterno momenti in qui ascolto per esempio i Sigur Ros o i Subsonica a momenti in cui non posso non stare ferma ballando e cantando Rihanna o Lady Gaga..ah, e poi c'è in ogni collezione di album quel disco di cui ci si vergogna, io ho i primi 2 dischi di Tiziano Ferro, non lo ammetterò mai ma l'ho adorato, almeno finchè non ha preso la piega di cantautore depresso!! grazie mille per questa prima serie di ricordi, non mi hai fatto per niente addormentare e anzi, ho proprio voglia di riascoltare tutto quello che hai elencato!! ciao ciao!!
Mi piace questa parentesi personale che hai messo, tra l'altro verissima, le canzoni sono le colonna sonora della nostra vita, ogni attimo intenso è accompagnato da un suono, un profumo e cose c'è alla fine di più importante dell'emozione....Grazie
Boccafogli roooock!
Appena ho un attimo pubblico la seconda parte e vi garantisco che ci saranno anche degli italiani di mezzo...Baci fanciulle!
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