A fine agosto ogni cosa torna al suo posto.
O forse no.
Non so voi, ma per me questo periodo è simbolicamente molto piu’ vicino alla fine del vecchio anno di quanto possa esserlo dicembre.
Non solo perchè settembre è il mese in cui tutto ricomincia, le scuole in primis, ma anche perchè, per chi ha avuto la fortuna di poter fare un po’ di vacanza, è il momento in cui la testa, finalmente disconnessa per qualche tempo, ricomincia a macinare in modo nuovo, se non altro piu’ lucido.
E proprio per questo, la fine di agosto è per me il periodo dei buoni propositi, delle promesse a me stessa, della speranza di nuove sfide, avventure...e così via.
Per cui sì, si riprende il ritmo di sempre, piano piano, ogni cosa torna al suo posto, ma allo stesso tempo si posiziona in modo nuovo, o almeno ci prova.
impronte
E’ con questo spirito, di rinnovata voglia di fare, che spero di riprendere in mano questo blog.
E’ con questa leggerezza che spero ciascuna di noi possa riprendere le proprie giornate, anche se a volte sembra davvero impossibile riuscirci.
Lanzarote, l'entroterra terra di vigne
In particolare oggi vi lascio due spunti e due libri ad essi legati.
Il primo spunto me lo ha dato proprio in queste ore una nuova amica Serena.
Mi ha regalato una frase di Romano Battaglia “La nostra vita è quella che la nostra mente crea giorno dopo giorno, e noi siamo lo specchio di quei pensieri” e mi ha suggerito un libro “Puoi guarire la tua vita” di Louise L. Hay.
Grazie Serena per le tue parole e la tua energia.
Io amo leggere, per me è terapeutico.
Mi son divorata 6 libri in un mese e ora sto leggendo La Prosivendola di Daniel Pennac...appena lo avro’ finito seguiro’ il tuo consiglio sicuramente.
Fiore
Il secondo spunto me lo ha lasciato Ventilando in un commento lasciatomi qui. Il concetto di lentezza, di attesa... ...incuriosita ho fatto una banalissima ricerca su google, inserendo “la lentezza”.
Ne è venuto fuori un libro di Milan Kundera, La Lentezza, appunto, pubblicato nel 1995.
Di Kundera ho letto solo “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di cui mi sono innamorata e a questo punto posso dire di sapere quale altro libro leggero’ presto.
Acqua
In particolare, vagando di recensione in recensione, mi sono fermata qui, dove leggo:
“(...)Altro bel concetto tracciato da Kundera è quello che potremmo chiamare “sindrome”del ballerino, Nietzsche l’avrebbe detta del funambolo, la mania di protagonismo, di fascinazione del maggior numero di persone usando non solo la propria artisticità, ma anche il seduttivo piacere di piacere. Il ballerino deve estromettere gli altri dal palcoscenico, egli è un individualista che, dopo aver battuto tutti nella lotta che Kundera chiama “judo morale”, tiene il suo personale spettacolo estetico, e di questi tempi di protagonismo dominante, di ballerini e funamboli della scena televisiva, per non parlare della diffusa smania da “Amici di Maria De Filippi”, il romanzo di Milan Kundera diventa particolarmente attuale. (...)” (Mary Amodeo)
E allora mi chiedo:
- ma noi, tutti/e noi, che usiamo questo mezzo chiamato blog per presentare all’esterno il nostro lavoro...siamo tutti/e ballerini/e?
- Il tentativo di costruire e affermare la propria personalità creativa, sperando, chissà, di tramutarla in lavoro, è sinonimo di individualismo, nonostante tante di noi perseguano il concetto di condivisione? Non lo so.
Credo ci riflettero’ e anche per questo voglio leggere questo libro.
Non mi piace l’idea di avere la “sindrome del ballerino”, ma in un certo senso credo anche che tutto cio’ sia in netto contrasto.
Bentornate fanciulle. Si ricomincia...l’importante è questo.