Un bel giorno, come spesso accade in studio, si decide: grandi pulizie. Via tutto l'inutile, via il vecchio, il superfluo.
Via tutti i cataloghi vecchi bacucchi e i campioni di ogni cosa: piastrelle, profili di alluminio anni '70, via i campioni di parquet del pleistocene...
...via i campionari delle gomme e dei linoleum per pavimenti, tutti colorati, belli squadrati, piacevoli al tatto...
Fermi tutti! Qui non si butta via niente!
Ho preso tutto il sacco della "spazzatura" (a volte è incredibile quanto possa essere relativo questo concetto) e ho portato tutto nel mio "antro laboratorio" sperando di riuscire, chissà in quale modo, a riutilizzare tutto quel ben di dio!
Il Linoleum, da non confondersi con i pavimenti vinilici o in gomma (sebbene io utilizzi anche questi ultimi materiali), è il capostipite dei pavimenti resilienti, composto da materie prime di origine naturale come olio di lino, farina di legno, farina di sughero, pigmenti coloranti calandrati su un tessuto di juta naturale.
Il suo riutilizzo, rispetto a quelli che sono ritagli, avanzi, è quindi di grande attualità, nell'ottica di un riuso "alternativo" in un settore atipico, come quello dei bijoux.
L'idea è quella di mantenere inalterata la sua natura estremamente moderna, nonostante il suo brevetto risalga addirittura al 1863!
In questo senso i giulielli che prevedono l'uso di Linoleum e gomme, hanno forme molto minimali e i medaglioni sono di volta in volta tagliati a mano ma estremamente elementari nella forma: rettangoli e quadrati.
Il problema era duplice.
Impreziosire il materiale, conferirgli quindi una ulteriore nobiltà all'interno del giuliello, e renderlo gradevole, sotto tutti i punti di vista, anche sul "retro".
All'inizio pensai alla balsa.
Già, la balsa. Quell'odioso legno sottilissimo che per anni mi aveva fatto impazzire dietro a plastici e modellini.
Il risultato era carino, ma appena sufficiente da un punto di vista pratico e visivo.
Finire il medaglione col legno di balsa era difficile, tanto più che i bordi del legno, tagliati a cutter, restavano pericolosi, perché si sfaldavano e si staccavano potenziali, temibilissime schegge. La soluzione era applicare della vinavil sui bordi.
Problema "sicurezza" risolto, ma l'estetica non mi convinceva e comunque questo tipo di finitura avrebbe richiesto tempo, troppo tempo, almeno per un'esecuzione a regola d'arte.
Poi l'idea piu' ovvia. Un materiale tessile...qualcosa di morbido, di piacevole al tatto, oltre che alla vista. Dopo aver escluso il raso e l'alcantara (difficile non macchiarli con le colle e dar loro un taglio decente finale senza usare finiture a macchina), la scelta finale. la pelle.
In questo modo i tempi di posa per le colle si accorciano (almeno quelli operativi), diminuiscono i problemi legati alle macchie, si incrementa la "preziosità" del medaglione e, viste le ridotte dimensioni dei singoli rettangoli, si possono riutilizzare ritagli di pelle che altrimenti resterebbero inutilizzati e magari finirebbero nella spazzatura.
Inoltre al tatto, il tutto risulta estremamente piacevole.
La parte frontale viene lasciata "in purezza" mettendo in risalto la texture tipica del materiale (sempre varia e differente a seconda della lavorazione) oppure, nelle ultime proposte, puo' essere dipinta con i piombi liquidi usati per le decorazioni su vetro, e smaltata, per dare luce al tutto o per creare giochi cromatici di superficie.
Anello con medaglione in linoleum e madreperla applicata. In questo caso la superficie del linoleum è lasciata "in purezza".
In questo caso la superficie è parzialmente smaltata, questo perchè la luce possa distribuirsi in modo differente a seconda dell'opacità di questa.
Qui invece la superficie è stata dipinta a mano con colori simili piombo per decoro su vetro, e poi il tutto smaltato.
Il tutto è completato da perle di fiume e madreperle, applicate con apposite colle sulla superficie. Di tanto in tanto utilizzo anche tessere vitree per mosaico d'interni. Bellissime e incredibile nei giochi di colore e sfumature che creano.
Collana Incanto A/I 2009-2009
E poi via libera al disegno, alla forma e alla struttura.
Rigorosamente in acciaio e argento oppure in rame.
E così i giulielli prendono vita, nel modo piu' disparato e vario.
Il Pescatore di Asterischi, collana a slaccio A/I 2008-2009
Orecchini sospesi Fields of gold A/I 2008-2009
Collana Distacco, Collezione Callas Sempre Callas 2007-2008
Collana Contrasto, Collezione Callas Sempre Callas 2007-2008
E poi, se volete visionare l'intera collezione Minimal Chic 2008-2009, non dovete fare altro che cliccare qui.
Ecco, questa è la mia passione.
I giulielli che piu' mi ispirano e mi danno soddisfazione.
Al di là che l'idea e le forme possano o meno piacere, è stato il primo vero progetto che ho portato avanti anche con la scelta di materiali atipici e specifici.
E il bello è che, come tutto in questo ambito, è tutto ancora pienamente in evoluzione.
Migliorare è sempre la prerogativa essenziale.
Giulia Boccafogli
3 commenti:
Ciao Giulia
sono sempre fantastici i tuoi Giulielli e soprattutto la capacità che hai nell'utilizzare materiali differenti e così particolari, ecco perchè ti ho assegnato un premio , se ti va passa a ritirarlo.
Baci
Sabry
Cara Giulia, mi ero persa questo bellissimo post!!! Grazie per le spiegazioni sui processi mentali e produttivi che portano alla realizzazione di oggetti tanto belli e particolari, grazie per averle condivise perchè qusto me li fa apprezzare ancora di più.
Ale! Era da tantissimo tempo che volevo fare questo post e non ho mai trovato le parole. Alla fine la cosa forse è risultata molto piu' tecnica di quello che non sia in realtà...ma ho pensato che fosse importante provare a spiegare quali viaggi mentali ci fossero dietro a questi giulielli all'apparenza molto normali, ma che almeno per me non sono, perchè è statao il primo "progetto" giulielloso che ho sentito davvero mio. Sono contenta se il percorso è arrivato bene, grazie a te! Ora corro a estrarre le parole per le creazioni creative.
Un bacione
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