30/06/09

L'ISPIRAZIONE SI NUTRE DI STEREOTIPI


Essenza, bracciale armonico in rame e madreperle


Proprio così.

Ultimamente mi è capitato di rifletterci molto, forse anche perchè sto iniziando a lavorare alle collezioni autunnali e inevitabilmente la prima fase è fatta di questo: pensieri, ispirazioni piu' o meno spontanee, schizzi, appunti...
...e la mente vagando, arriva ad alcune conclusioni.



Le ispirazioni, a mio parere, possono essere di triplice natura, almeno in generale:

* ci sono quelle razionali: un problema da risolvere, un risultato specifico da ottenere, un materiale particolare da utilizzare, un nuovo tipo di chiusura da studiare per precisi scopi...



Minimal Chic, ciondolo in gomma per rivestimento d'interni con perle di fiume, cristallo di rocca, montato su acciaio con giunzioni in argento 925.


* e ci sono quelle irrazionali: una suggestione, un'immagine, una sensazione che si vuole comunicare, un concetto da estrapolare...


Spezia, particolare collana in organzino intrecciato a mano nero, con perle veneziane dipinte a mano con piombo liquido, bottone d'epoca in vetro e nappa in passamaneria di seta rossa.


* e, infine, ci sono quelle "così", che non riesci a spiegare, quelle che arrivano come dei flash, quelle che in realtà non ci sono: hai semplicemente voglia di giocare coi colori, senti solo il bisogno di far scorrere dei cristalli uno dietro l'altro, magari hai la forte necessità di usare quelle 4 perle in giada che hai trovato per caso su quel banchetto del mercatino e sai benissimo che puoi usarle solo in quel modo...ma non sai perchè.


Multipop, orecchini pendenti in madreperla e perle di fiume con attacco a lobo nichel free.



Le prime due categorie, come avrete intuito, richiedono comunque un ragionamento successivo. Trovato il tema, la strada, l'ispirazione, appunto, la testa deve iniziare a macinare, prima che lo facciano le mani.


Minimal chic: il medaglione in linoleum, agganciato al cerchio ricamato in seta, scorre lungo il cordone in passamaneria fatta a mano, e così la chiusura diventa amìnche il tema portante del gioiello.

L'ultima categoria non richiede, almeno per me, un uso eccessivo della parte cerebrale...le mani vanno per conto loro: succede di rado e non sempre vengon fuori delle cose buone, almeno per me...perchè a volte, le cose frutto di un istinto momentaneo, non le sento piu' miei dopo poco.


Spezia, orecchini a grappolo: le mani vanno per conto loro e l'unica voglia è quella di mettere assieme materia e colore.


Pero' in questo post, che come avrete capito si trasformerà ben presto in uno di quei bei papiri che tanto piacciono a me e, forse, anche a qualcuno di voi, avrei intenzione di parlarvi della seconda, difficilissima categoria di ispirazione: quelle di tipo irrazionale.


Alcuni esempi di ispirazioni a tema: il Natale e l'Art Deco' e gli elementi "stereotipati" che li richiamano.

Quando creiamo, con l'intendo di affrontare un tema, o al contrario, quando un tema ci spinge a creare, inevitabilmente la testa si riempie di parole, concetti...un susseguirsi di parole chiave, nomi, aggettivi...una reazione a catena, alla ricerca del filone giusto, alla ricerca di quelle immagini verbali che possono aiutarci.
E così sarà ad esempio (guardando l'immagine sopra raffigurante alcune mie vecchie creazioni):

-Natale: scintillio, colori caratterizzanti, oro, rosso verde, suoni acuti, festa, campanelli, luci, regali...
...una scia di parole, di STEREOTIPI, che in altrettante suggestioni creative si trasformeranno.

Proprio così...STEREOTIPI.

Nell'immaginario comune queste sono parole assolutamente comuni, sono parole che automaticamente, in modo piu' o meno personale, potranno ricondurci a questo generale tema.



Esempio di ispirazione: il Giappone. Alcune mie vecchie creazioni che seguivano questo filone, nei colori in primis.

Spesso poi capita che il tema che si sceglie sia sfruttatissimo.
Il "Natale" di certo è uno di questi ma lo sono anche temi apparentemente "piu' culturali" come quelli che ci portano a spasso per il mondo.

L'oriente e la sua diversità ad esempio, da sempre fonte di fascino inesauribile per noi che viviamo immersi in una cultura così differente.

Di fatto quando ci troviamo di fronte a questo tipo di temi, soprattutto se è una realtà che poi non conosciamo fino in fondo, finiamo sempre col seguire termini ispiratori stereotipati: le lacche, il rosso, il nero, i rami di ciliegio, il bianco, gli elementi naturali come richiamo al concetto di ZEN e all'essenzialità che ne consegue, le geishe, i samurai... ...STEREOTIPI.


O forse, al contrario, ancora una volta, e qui penso ad un bellissimo saggio di Gillo Dorlfes "l'intervallo perduto" , è l'eccessivo rimbalzo di immagini e comunicazioni che ci influenza e ci fa rimanere entro schemi e luoghi comuni?



Spezia, collana a rosario in organzino intrecciato a mano con perle veneziane foglia argento, cristallo di Boemia rosso e bottone anni '30 in vetro.

E in tutto cio', con questo post, mi ci metto in mezzo e mi faccio un'autocritica.

E' vero che poi a personalizzare l'ispirazione di partenza ci si mette l'interpretazione che ciascuno di noi sa dare, il diverso processo logico e creativo che ne scaturisce, ma a volte mi chiedo: se l'ispirazione di partenza fosse meno "stereotipata", se i temi da noi scelti fossero meno a rischio di "luoghi comuni"...forse anche la fase creativa risulterebbe meno scontata e piu' unica?



Esempio di ispirazione: collezione ispirata a Maria Callas in occasione della Mostra Callas sempre Callas, dicembre 2007-gennaio 200, Museo della Musica, Bologna. Il tema, seppur generico, essendo meno usuale rispetto ad altri piu' generici, risulta in partenza piu' libero da stereotipi.


Oppure, forse, basterebbe chiudersi al buio, lontano da ogni fonte di comunicazione, immagini, suoni direttamente o indirettamente collegati alle ispirazioni da noi ricercate?


Certo il rischio è duplice.

Temi sfruttati, ma al contempo maggiormente presenti nell'immaginario comune, risultano di maggiore comprensibilità e le suggestioni, quindi, sono piu' semplici da rendere oggettive e chiare a chi le osserverà e a chi le dovrà fare proprie...piu' facile e piu' commerciale, senza dubbio.


Ispirazioni, o interpretazioni, piu' difficili, meno comuni, saranno piu' personali, piu' intime, ma forse meno comprensibili e condivisibili.
Piu' difficile, piu' soddisfacente, forse, ma sicuramente meno commerciale come approccio.


Esempio di Ispirazione: la Parigi di Pigalle degli anni '30 e l'uso optical dei colori come richiamo al neon degli anni '80.

La verità, forse sta nel mezzo.

Io personalmente trovo che la fase piu' importante, quella cruciale, quella che fa la differenza, sia quella successiva. Sia la fase di progettazione.

Credo che sia in quel momento, mentre testa e non testa elaborano le strade da seguire, che si crei davvero.

Se in quel momento si gettano le basi per un risultato creativo davvero personale, ragionato e sentito, allora, il punto di partenza diventa solo il LA di un bellissimo sottofondo musicale che ci accompagna ogni volta che guardiamo il frutto del nostro lavoro.









3 commenti:

Sara Pacciarella ha detto...

Papiro chiama Papiro! Gnummi gnummi qui c'è pane per i miei denti lo sai! Mi metto comoda. A mio parere originalità dell'ispirazione ed originalità del maufatto non sono affatto legate. Se l'ispirazione è originale, ben venga, ma è la realizzazione che fa la differenza. E per essere differente, ci deve essere l'idea, una spiccata capacità personale e il talento di saper trasformare l'idea stessa in forme e strutture originali. L'idea migliore può nascere come dici tu, così, senza un perchè. Un bagliore che si accende all'improvviso, il bagliore piu' inaspettato, ma quello giusto, quel lampo di genio che bene o male tutti aspettiamo. Ma ancora non basta! Questo lampo di genio bisogna saperlo sfruttare, capire, modellare, bisogna saper canalizzare le proprie forze per dargli la forma e la struttura che merita! Per me è questo che fa la differenza. Ne sono profondamente convinta, e forse è in questo che risiede il talento. Un connubio perfetto tra genialità della mente e genialità delle mani. L'ispirazione resta qualcosa di personale, sia per chi ce l'ha che per chi la riceve. A me piace che il legame tra ispirazione ed oggetto sia sempre evidente, ma è una cosa mia, che se arriva alla gente sono contenta sennò amen. Il valore OGGETTIVO (se esiste un'oggettività) di quello che ho fatto sarà altro a deciderlo. L'ispirazione può essere legata alla bellezza, a quanto quell'oggetto possa evocare nell'uno o nell'altro spettatore, ma è tutto troppo soggettivo. Una questione di gusto. Un oggetto originale e valido può non piacere, ed anche questa è una questione di gusto, ma non si potrà mai prescindere per questo dal fatto che sia un oggetto orginale e valido. Poi. Stereotipi o non, tutto si muove intorno a noi e viene assoribito dalle nostre menti. E questo vale per tutti indistintamente. Ma non per tutti vale saper dare una forma vincente ad un'idea.
Anche il piu' originale degli originali ha dentro di sè gli stereotipi che ci vengono continuamente proposti. E può succedere anche che la piu' originale delle creazioni nasca dalla piu' stereotipata delle immagini che ci vengono proposte. Tanti creativi si saranno ispirati all'India, all'oriente o a chissà a cos'altro di banale e stereotipato no? ma...quanti hanno spiccato per tutto l'insieme della loro opera?
Stopppppe. Stoppppe. Smetto smetto. Sai, mi piacerebbe proprio discutere così di persona con te! Mi gaserei una cifra :-)
Te mando un mua.
Sara.

Sara Pacciarella ha detto...

senti ma lo vogliamo metter su un duetto..."Le Papire", che ne pensi? :-p
Arimuà!

La Ely ha detto...

Finalmente ritrovo il tuo sito insieme a queste belle riflessioni.
E' strano perchè io non sono mai stata brava a creare oggetti materiali, ma me la cavavo bene con le parole, eppure la fase della progettazione non mi è mai riuscita.
Anche nei temi, dove collezionavo 8 e 9 quasi sempre con tanto di letture in classe, non riuscivo mai a stendere la scaletta iniziale: scrivevo il tema e solo dopo la scaletta.
Sempre stata così, la mia "ispirazione": un flusso.
Anche in poesia, solo un paio di volte son riuscita a cimentarmi nella stesura di rime a tema dato.
Lo stereotipo ovviamente è sempre in agguato e forse è quella la sfida. Del resto la creatività è un percorso alternativo, no? E come tale va scoperto e seguito..